I colori della natura si fanno più brillanti in autunno, come se la Natura volesse splendere più forte prima di andare a dormire, le foglie si accendono di giallo e di rosso tra il verde dei boschi, le vette delle Dolomiti risplendono di luce nell’aria tersa del cielo più alto.
Un messaggio di un’amica ci avvisa di qualcosa di speciale, un sentiero lontano dai soliti percorsi, qualcosa che può regalare momenti preziosi, di pace, a chi sa ascoltare. Da San Candido io e la mia compagna raggiungiamo Dobbiaco e poi il piccolo paese di Santa Maria, ai piedi delle montagne che scendono nella Val Pusteria. Dalla sua chiesa iniziamo il nostro cammino, un sentiero di meditazione, da percorrere in silenzio.
Decido di chiudere il rubinetto dei pensieri e di concentrarmi solo sugli alberi che si fanno sempre più fitti man mano che lasciamo il paese, porto la mia attenzione alle foglie che formano un tappeto e ai loro suoni sotto i miei piedi. Il bosco mi accoglie subito e qui, circondato dal benefico abbraccio delle piante, diventa più semplice lasciare vuota la mente e vivere solo l’essenziale, le uniche parole che incontro sono quelle nelle stazioni di questo sentiero, poche lettere di ferro come stampate sulla pietra, che fanno breccia nel silenzio.
Chiamata, incarico e persino pregare che io, in questa atmosfera che sembra così lontana nel tempo e nello spazio dal mondo ordinario, non guardo nemmeno come esperienza di qualche religione ma solo come intimo contatto con quel qualcosa di profondo che è dentro ognuno di noi, che lo si chiami anima, spirito o coscienza, non ha importanza, so che qui le parole non contano.
Camminiamo in salita, con passo lento ma costante, il tempo di meditare sul significato di queste parole e poi ripartiamo, sempre accolti dalla quiete del bosco.
Ad un tratto rimaniamo affascinati a guardare uno scoiattolo che si arrampica sulle conifere davanti a noi, che ci osserva e con la sua estrema agilità è come se scivolasse senza peso tra gli aghi e i rami.
Raggiungiamo la nostra meta, una piccola chiesetta, San Pietro in Monte, da poco restituita al pubblico. Entriamo come in punta di piedi, lasciandoci incantare dall’atmosfera di questo luogo, sacro già alle popolazioni che vivevano qui nel 600 a.C.
Nella mezzombra dell’edificio ognuno di noi porta con sé il senso della camminata, quello che metaforicamente ha raccolto nel bosco e qui, tra queste antiche mura, è come se ne ricevesse lo stimolo per diventare qualcosa di diverso e di migliore. Anche qui le parole contano poco, rimane solo l’invito a percorrere questa dimensione, nel rispetto di se stessi, nel silenzio.
Fuori ci attende una sorgente che esce dalla roccia, dicono sia un’acqua speciale, che aiuta a guarire, noi la beviamo e riempiamo la borraccia. Dentro di me si forma un collegamento con il luogo dove andremo dopo, come se l’acqua, con la sua capacità di pulire e lavare, fosse il filo sottile che ci guida in questa giornata. Riscendiamo a valle godendoci un sole autunnale che ci coccola nella quiete del piccolo paese e ci dirigiamo alla fine della Val Pusteria, dopo Sesto, verso un campeggio e le sue saune, continuando la nostra ricerca del benessere, questa volta più fisico.
Il complesso ci colpisce per la sua grandezza ed il numero di saune finlandesi, sia all’interno che all’esterno, dove si può godere del freddo dell’aria dei boschi vicini, delle pendici delle montagne e di un torrente in cui immergersi scendendo una scala appena fuori da una stanza a 70 gradi.
Qui sudiamo via le tossine e le tensioni anche se sappiamo che le scorie più pesanti, le nostre emozioni negative, le abbiamo affidate al bosco, nel sentiero di Santa Maria.
Articolo di
Luca Vivan